Eseguita in mattinata l’ordinanza di custodia cautelare nei riguardi degli indagati accusati di aver raggirato numerosi corsisti. Disposto sequestro per oltre un milione di euro. Oscurati siti internet
LECCE – Hanno frequentato corsi, anche in modalità on line, per diventare operatore socio sanitario, pagando somme sui 3mila euro, fiduciosi di trovare un lavoro, ma alla fine tra le mani avrebbero scoperto di avere solo carta straccia. Gli attestati ottenuti riportavano loghi, immagini e timbri dell’Unione Europea, delle Regioni Puglia, Abruzzo e Campania, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, del Ministero dello Sviluppo Economico, ma non erano validi.
Sono numerose le denunce che hanno determinato, in questi mesi, l’apertura di diversi procedimenti penali su questo genere di truffe, alcuni arrivati già a dibattimento. Tra questi, c’è quello che oggi è sfociato in cinque arresti eseguiti con l’operazione denominata “Attestati sterili” dalle fiamme gialle dei comandi provinciali di Lecce e Brindisi.
Ai domiciliari su disposizione della giudice del tribunale di Lecce Laura Liguori, su richiesta della sostituta procuratrice Donatina Buffelli, sono finiti cinque dei 17 indagati: Elsa Occhilupo, 35enne di Brindisi; Fabio Di Maggio, 31enne originario di Manduria ma residente a Lecce; Claudio Rusciano, 46enne di Taranto; Michelangelo Sirsi, 52enne di Fragagnano (in provincia di Taranto); Cosimo Digiacomo, 54enne di Manduria.
Le accuse emerse dalle indagini, svolte dalla guardia di finanza di Lecce, guidata dal tenente colonnello Antonio Martina, con i Nas dei carabinieri, sono di associazione a delinquere, truffa aggravata, contraffazione di atti aventi valenza pubblica, falsità materiale e autoriciclaggio.
A dare il via agli accertamenti, come anticipato, sono state le denunce sporte dai corsisti nei confronti di una fondazione, “Forma Italia”, con sede, dapprima a Lecce, e successivamente a Roma, risultata non iscritta nel prescritto Registro prefettizio delle persone giuridiche e, pertanto, non in possesso dei requisiti legali per essere accreditata presso la Regione, tra cui la Puglia.
Secondo gli inquirenti, a svolgere un ruolo fondamentale, sarebbero stati i coniugi Occhilupo e Di Maggio che, seppur formalmente privi di cariche dal 2018, sono ritenuti di amministratori di fatto, gestendo i profitti illeciti. Questi sarebbero stati riciclati attraverso la creazione di numerose società che a loro volta avrebbero realizzato operazioni di compravendita di azioni societarie/ immobili e cessione per contanti per circa un milione e 400mila euro.
Su richiesta della pm, la giudice ha disposto anche il sequestro preventivo nei confronti della fondazione e del dominus per somme complessivamente superiori ad un milione di euro.
Fondamentale la collaborazione del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza di Roma, che sta curando l’oscuramento e l’inibizione dei siti internet e dei social media.
Sono in corso di esecuzione, su tutto il territorio nazionale, perquisizioni domiciliari e sequestri nei confronti delle 250 società collegate alla fondazione, grazie alla collaborazione dei Reparti del Corpo e del Nas dell’Arma dei Carabinieri di Lecce, Napoli e Salerno.
Nei prossimi giorni, gli arrestati saranno interrogati dalla giudice. A difenderli, gli avvocati Umberto Leo, Andrea Conte e Antonio Liaci.