Dopo quattro anni di preparazione e due interi mesi di prove quotidiane, arriva finalmente sulle scene a Bruxelles l’ambiziosa concept-opera Bastarda, sei ore di musica divise in due serate per una summa di tutte le arti performative, dalla prosa al balletto, dal Bel Canto alla composizione sinfonica e a tutte le arti visuali, in una riscrittura contemporanea della vita di Elisabetta I, che parte dai quattro drammi Tudor di Donizetti e si completa nella composizione di Francesco Lanzillotta.
Se il pastiche è stata la cifra stilistica non solo del Barocco, ma soprattutto di ogni arte novecentesca a partire dalla grande letteratura internazionale, Bastarda, originalissima commissione del Teatro La Monnaie/De Munt di Bruxelles al direttore d’orchestra e compositore italiano Francesco Lanzillotta, può essere considerata la sua trasposizione nei codici di fruizione del nuovo millennio, a partire dalla divisione della storia in due vere ‘puntate’ come in una miniserie TV.
I Tudor
La vita della regina par excellence della drammaturgia moderna, Elisabetta I, si snoda dunque dall’infanzia in un’opera trasversale ad ogni arte performativa, partendo dal dettato donizettiano di cui conserva ampi estratti dalle quattro opere Tudor, per divenire racconto contemporaneo attraverso la scrittura musicale del giovane Francesco Lanzillotta, che in questo lavoro esercita ogni possibile declinazione dell’arte compositiva, dalla mimesi ottocentesca ai modi musicali del cinema, del teatro, della danza e della televisione, tutti ambiti in cui si è sempre misurato a latere della sua più nota attività di direttore d’orchestra.
Il nuovo testo, sempre italiano, dello scrittore francese Yann Apperry e del regista e drammaturgo Olivier Fredj richiede dunque a Lanzillotta di esercitare l’infinita gamma dell’arte compositiva, dai brani di raccordo alla musica più strettamente descrittiva, dai nuovi recitativi di prosa alla danza, pur mantenendo dal podio la responsabilità di un’esecuzione impeccabile del Donizetti originale: davvero un’impresa complessa e difficilissima, che infatti ha impegnato l’intera compagnia per due intensi mesi di prove con una media di sei giorni a settimana.
Ma la solida esperienza di Lanzillotta come compositore, direttore del grande repertorio classico, ma anche di se stesso, lo ha preparato negli anni a questo importante appuntamento, valga ricordare le tante composizioni cameristiche, dal pianoforte al raro ensemble di sax, orchestrali, i lavori sulla musica popolare e folkorica, le orchestrazioni dei Lieder di Mahler, i lavori sulle canzoni di Tosti dai testi di D’Annunzio, ma anche le produzioni per il teatro di prosa, il balletto con i progetti di Astra Roma Ballet, i film di Paolo Genovese Nessun Messaggio in Segreteria e Viaggio in Italia.
Francesco Lanzillotta
Pianista, diplomato in composizione e direzione d’orchestra al Conservatorio Santa Cecilia di Roma, Lanzillotta giunge dunque con questo ambizioso e monumentale progetto ad un’epitome delle sue esperienze ed aspirazioni artistiche, misurandosi contemporaneamente con il grande repertorio e con la propria scrittura, in un delicatissimo e assai raro bilanciamento tra interpretazione e creazione originale, ma sempre al servizio del palco, del racconto, dell’esigenza narrativa del committente.