Assoluzione piena per Fabio Di Maggio, l’imprenditore salentino 33enne coinvolto, nel maggio dello scorso anno, nell’inchiesta aperta dalla Guardia di Finanza di Lecce e Brindisi sui presunti illeciti messi in atto dalla Fondazione “Forma Italia” nel settore del rilascio di attestati per corsi di formazione professionale in Operatore Socio Sanitario.
L’iter giudiziario a carico dell’imprenditore Di Maggio, rappresentante legale di numerose società leader in diversi settori d’attività, assistito da un collegio difensivo composto, tra gli altri, dagli avvocati Salvatore Rollo, Pantaleo Cannoletta e Gianfranco Gemma, ha infatti portato a tre diverse sentenze, due emesse dal Tribunale di Taranto e una, ultima in ordine di tempo, dal Tribunale di Lecce (quest’ultima, a firma del Giudice, dott.ssa Maddalena Torelli) di non luogo a procedere nei confronti, oltre che dello stesso Di Maggio, anche degli altri soggetti coinvolti nell’inchiesta, Claudio Rusciano, Marco De Vitis e Francesca Vollaro.
Una piena assoluzione che conferma come il procedimento a carico dell’imprenditore salentino non poteva essere avviato e che, di conseguenza, scagiona pienamente il Di Maggio da tutte le accuse scaturite dall’inchiesta.
“Ho sempre avuto piena fiducia nella giustizia – evidenzia Fabio Di Maggio – e ho atteso pazientemente che questo iter procedimentale aperto a mio carico facesse il suo corso nell’assoluta certezza di giungere a questo risultato di piena assoluzione.
Ho sempre operato seguendo una deontologia professionale che mi contraddistingue in ogni campo della mia attività e questo risultato, che giunge al termine di un periodo certamente non facile per me e per la mia famiglia, avvalora appieno a mia integrità morale e lavorativa, così come riabilita pienamente la mia immagine e la mia reputazione.
Valori che nel corso di un’inchiesta giudiziaria, accompagnata dall’inevitabile risonanza mediatica, possono correre il rischio di finire compromessi se non si giunge, come in questo caso, al pieno riconoscimento della propria innocenza“.